"La Traviata" a Cagliari

 

Le 30 edizioni di La Traviata di Giuseppe Verdi a Cagliari

La Traviata “arriva” a Cagliari, per la prima volta, nel 1857, dopo soli 4 anni dalla prima rappresentazione veneziana, ed è l’inizio di un successo e di un’enorme popolarità che giunge fino ai nostri giorni e vede il capolavoro verdiano rappresentato in 30 edizioni diverse (fino al 2011) ed eseguito in 8 teatri cittadini diversi, 5 al chiuso (Civico, Politeama, Massimo, Auditorium del Conservatorio, Lirico) e 3 all’aperto (Giardino, Anfiteatro Romano, arena di Sant’Alenixedda).

Nel ruolo della protagonista si sono alternati, negli anni, molti soprani, ma, su tutti, spicca senza dubbio Maria Callas che viene chiamata in extremis a sostituire la cantante titolare indisposta. Era il marzo del 1951 e, al Teatro Massimo, Fiorella Carmen Forti, soprano molto apprezzato dal pubblico cagliaritano, riscuote alla “prima” di La Traviata applausi e consensi, ma deve rinunciare alla pomeridiana domenicale per motivi di salute. Arriva, quindi, in città, una ancora poco conosciuta Maria Meneghini Callas (come da locandine dell’epoca) che, accompagnata dal marito Giovan Battista Meneghini, soggiorna all'albergo "La Scala di Ferro", in viale Regina Margherita, per la sua unica presenza nelle stagioni liriche cagliaritane.

Ed è un’altra edizione di La Traviata, quella del 1963, ad annoverare un’altra partecipazione eccellente nel cast, questa volta nel ruolo di Alfredo Germont: Luciano Pavarotti. Il ventisettenne tenore modenese canta insieme al soprano con il quale esordisce l’anno prima a Reggio Emilia: la più celebre ed affermata Rosanna Carteri.

Non si possono tralasciare però, tra le altre, le indimenticabili Violette di Maria Caniglia, Virginia Zeani, quella di Giusy Devinu, particolarmente intensa e drammatica nel 1991, o quella, virtuosistica, pirotecnica e trascinante, di Stefania Bonfadelli nel 2004.

Fra gli allestimenti scenici, quasi sempre votati alla tradizione, senz’altro risalta quello rappresentato nel 2000 con le scene di Josef Svoboda, grande artista ceco, che egli realizza per lo Sferisterio di Macerata nel 1992. Consiste in un grande specchio di 250 metri quadrati che sollevandosi pian piano durante gli atti, prima rimanda ciò che avviene in scena, poi, all’ultimo atto, ormai totalmente dritto, riflette l’immagine del pubblico in sala. «Così, sotto una lama di luce, può scorrere la storia di Violetta; possiamo, forse, sfogliarla come un grande album di immagini dipinte.» (Josef Svoboda)

La Traviata: le edizioni cagliaritane del passato

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