Stagione lirica e di balletto 2017
foto di Priamo Tolu
Il futuristico, visionario, monumentale allestimento di Pinuccio Sciola di Turandot,
estremo capolavoro di Giacomo Puccini, impreziosisce la Stagione lirica e di balletto
Venerdì 17 marzo alle 20.30 (turno A), per la Stagione lirica e di balletto 2017 del Teatro Lirico di Cagliari, va in scena il secondo appuntamento con l’opera: Turandot, dramma lirico in tre atti e cinque quadri su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi e musica di Giacomo Puccini (Lucca, 1858 - Bruxelles, 1924).
Viene proposto nuovamente l’ormai celebre allestimento del Teatro Lirico di Cagliari che risale all’estate del 2014, firmato, per la regia, dal fiorentino Pier Francesco Maestrini che si è avvalso, di Alessandra Panzavolta per la ripresa della stessa regia, per l’impianto scenico, di Pinuccio Sciola (San Sperate, 15 marzo 1942 - Cagliari, 13 maggio 2016), autorevole artista e celebre scultore sardo scomparso un anno fa ed al quale questa edizione è, tanto doverosamente quanto sentitamente, dedicata, mentre per i costumi di Marco Nateri, ricercato artista cagliaritano che ha firmato numerosi allestimenti tra cui I Shardana (2013) e La campana sommersa (2016), e per le luci di Simon Corder.
Al giovane direttore britannico, di origine asiatica, Alpesh Chauan, che debutta nell’opera lirica e ritorna a Cagliari dopo il successo dei suoi concerti di giugno e settembre scorsi, spetta il compito di dirigere l’Orchestra, il Coro del Teatro Lirico di Cagliari e il Coro di voci bianche del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari nell’estremo capolavoro del geniale compositore toscano. Il maestro del coro è Gaetano Mastroiaco, mentre il maestro del coro di voci bianche è Enrico Di Maira.
Protagonisti dell’opera sono giovani ed affermati cantanti che si alternano nelle recite quali: Susanna Branchini (17, 19, 22 marzo/11 aprile)/Irina Rindzuner (18, 21 marzo/9 aprile)(Turandot), Enrico Zara (Altoum), Antonio Di Matteo (17, 19, 22 marzo/11 aprile)/Mariano Buccino (18, 21 marzo/9 aprile) (Timur), Amadi Lagha (17, 18, 22 marzo/9 aprile), Francesco Anile (19, 21 marzo)/Rudy Park (11 aprile) [(Il Principe ignoto (Calaf)], Olga Busuioc (17, 19, 22 marzo/11 aprile)/Angela Nisi (18, 21 marzo/9 aprile) (Liù), Gocha Abuladze (Ping), Gregory Bonfatti (Pang), Massimiliano Chiarolla (17, 18, 19, marzo, 9, 11 aprile)/Saverio Fiore (21, 22 marzo) (Pong), Filippo Fontana (Un Mandarino), Enrico Zara (Il Principe di Persia), Vittoria Lai (Prima ancella), Martina Serra(Seconda ancella).
L’edizione dell’opera proposta quest’anno, come anche nel 2014, è la versione originale incompiuta, quella che andò in scena alla prima scaligera del 1926 quando, dopo il mi bemolle dell’ottavino che chiude la grande scena della morte di Liù (atto III, quadro primo), il maestro Arturo Toscanini, voltandosi parzialmente verso il pubblico, disse «Qui finisce l’opera, rimasta incompiuta per la morte del Maestro».
Questo allestimento di Turandot mostra una Cina atemporale ed una Pechino di pietra dalle tonalità chiare (si passa dal bianco al grigio, attraverso le varie sfumature del beige), dove si “muovono” 220 costumi dai colori puri, lontani dal decorativismo cinese, ma strettamente legati alle forme e fogge orientali dei primi del ‘900.
Turandot, capolavoro incompiuto del teatro musicale novecentesco, interrotta al terzo atto con l’aria di Liù «Tu che di gel sei cinta» per la morte di Puccini, avvenuta il 29 novembre del 1924, fu completata in seguito da Franco Alfano sulla base degli schizzi lasciati dall’autore. E incompiuta fu rappresentata da Arturo Toscanini alla prima scaligera del 25 aprile 1926, quando interruppe l’esecuzione proprio là dove Puccini aveva terminato l’opera in partitura, dopo la morte di Liù.
L’argomento fiabesco, lo stesso personaggio di Turandot, favoloso nella sua coerenza nel male come nell’improvviso mutamento finale dei sentimenti, erano nuovi per Puccini, fino allora interessato a ben diversi soggetti. L’esotismo come fatto linguistico in grado di rinnovare con armonie dissonanti le stanche strutture della musica occidentale e la melodia sentimentale e patetica del più consueto stile pucciniano si intersecano perfettamente in quest’ultimo ed estremo capolavoro pucciniano.
L’opera, della durata complessiva di 2 ore e 15 minuti circa compresi due intervalli, viene, ovviamente, rappresentata in lingua italiana, ma, come ormai tradizione al Teatro Lirico di Cagliari, viene eseguita con l’ausilio dei sopratitoli che, scorrendo sull’arco scenico del boccascena, favoriscono la comprensione del libretto.
Turandot viene replicata: sabato 18 marzo alle 19 (turno G); domenica 19 marzo alle 17 (turno D); martedì 21 marzo alle 20.30 (turno F); mercoledì 22 marzo alle 20.30 (turno B); domenica 9 aprile alle 17 (turno E); martedì 11 aprile alle 20.30 (turno C). Le recite per le scuole, edizione “ridotta” dell’opera della durata complessiva di 75 minuti circa, sono: martedì 21 marzo e martedì 11 aprile, sempre alle 11.
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