Stagione concertistica 2017
“Made in Italy (la canzone italiana anni 1910-1950)”:
Antonio Ballista, Alessandro Lucchetti e l’Orchestra del Teatro Lirico,
l’8-9 settembre, per la Stagione concertistica 2017
La Stagione concertistica 2017 del Teatro Lirico di Cagliari, dopo la pausa estiva, prosegue, venerdì 8 settembre alle 20.30 (turno A) e sabato 9 settembre alle 19 (turno B), con il tredicesimo appuntamento: Antonio Ballista dirige l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari e, in qualità di solista, il pianista Alessandro Lucchetti, che si esibiscono in un accattivante concerto-spettacolo, intitolato “Made in Italy: la canzone italiana anni 1910-1950”: “Ma l’amore no”, “Parlami d’amore Mariù”, “Come pioveva”, “Un’ora sola ti vorrei”, “Non ti fidar di un bacio a mezzanotte” e tantissimi altri inediti arrangiamenti di indimenticabili canzoni italiane, scelte fra quelle più celebri del prolifico quarantennio del secolo scorso.
La prima esecuzione di questo programma risale al 2002, nella stagione del Teatro alla Scala di Milano, e, successivamente, è stato portato, con grande successo, in tournée in Uruguay, Argentina e Brasile.
«Made in Italy rappresenta l’ultima tessera di un mosaico iniziato a metà degli anni ‘80, che mostra in primo piano le mie composizioni originali e contribuisce a delineare i contorni della più moderna corrente musicale: il cross over. L’idea di distillare il meglio di quarant’anni di canzoni, restituendo il profilo di un’epoca attraverso arrangiamenti per un ensemble classico (senza voce!), mi riempì di sgomento ed entusiasmo insieme: ennesima sfida raccolta nell’intento di mostrare come una bella musica (espressione di idee, sentimenti, immagini, atmosfere, di alto livello artigianale) possa vivere vite parallele, valicando le barriere fra i generi (classico, leggero, d’uso) che, per mero bisogno di etichette, presumevano di suddividere l’arte dei suoni in mondi chiusi. Un lungo e a tratti estenuante periodo di ascolti (la produzione è davvero sconfinata!) supportati, per mia fortuna, dall’ausilio spesso “canoro” di un esercito di prozie e loro conoscenti diede come esito la selezione dei trentatré brani che compongono il programma. Riuniti in fantasie monografiche (degli autori più rappresentativi: D’Anzi, Bixio e Mascheroni) o di genere (la canzone sentimentale o umoristica, oppure esotica), i motivi non solo si susseguono ma, a tratti, sembrano perdere il filo del discorso aggrovigliandosi, sovrapponendosi od evocando, attraverso più o meno insistiti ritorni, fantasmi di forme classiche, prosodie e retoriche, forse a loro (i motivi) non del tutto estranee… Sotto il profilo della strumentazione l’operazione è tanto chiara quanto refrattaria ad ogni classificazione. L’organico, se si esclude la batteria, è quello di una piccola orchestra da camera, classica; ma l’uso che ne viene fatto, pur non rinunciando a citazioni di orchestrazione classica, rimanda, di volta in volta, al sound dell’orchestra di musica leggera, della jazz band o dell’orchestrina da café chantant. La partitura, tuttavia, evita accuratamente strumenti come il sax o il trombone (troppo palesemente allusivi al genere), e preferisce evocarli sfruttando le capacità mimetiche proprie di singoli strumenti o di particolari accostamenti» (Alessandro Lucchetti).
Informazioni Biglietteria
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